Appello del Coordinamento per la Pace - Milano (novembre 2023)


Siamo donne e uomini amanti della Pace, per questo esprimiamo una forte solidarietà con i popoli che sono vittime della guerra. Ora il nostro obiettivo principale è l’immediata cessazione delle ostilità.

Stiamo con la nostra Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza al nazifascismo e ne ricordiamo il suo articolo 11 che recita: “L’Italia ripudia la guerra  come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”.

Riteniamo che soltanto il riconoscimento di pari dignità e rispetto dei diritti fondamentali, uniti ad una politica volta alla sicurezza condivisa può favorire il dialogo per la risoluzione delle controversie.

In un mondo che vede crescere la potenza politica, economica e finanziaria di grandi Paesi emergenti, riteniamo profondamente sbagliata, pericolosa e antistorica la risposta dell’alleanza euro-atlantica per il mantenimento della sua egemonia: il riequilibrio dei rapporti di forza nel Mondo è un fatto irreversibile e pensare di fermarlo con la guerra è folle.

Come sul fronte ucraino, così in quello mediorientale, l’Italia e i Paesi dell’Unione Europea si sono piegati al volere degli Stati Uniti, abdicando così a qualsiasi ruolo di possibile mediazione per la cessazione dei conflitti. Hanno tralasciato i propri interessi economici e strategici, abbandonando la propria sovranità e si sono invece uniti nel fomentare e prolungare le guerre fratricide.

Ogni conflitto ha una sua storia di favoreggiamento e finanziamento causa di scontri, di crimini, di morti, di mancato rispetto delle esigenze delle parti, degli accordi intercorsi e delle risoluzioni adottate dalla comunità internazionale.

Quasi tutti i mezzi di informazione non approfondiscono le cause della guerra, in ogni conflitto considerano solo l’ultimo evento negando la storia che ha contribuito a generarlo, mentre tanti economisti, statisti, generali e analisti politici nel tempo sono stati consapevoli dei pericoli che l’espansione dell’egemonia euro-atlantica avrebbe comportato.

Gli stessi mezzi d’informazione si prestano ad essere espressione della doppia morale “occidentale” (secondo la logica di “nemico-amico”) e ad essere megafono di propagazione dell’odio verso il “nemico”, contribuendo così anche alle vergognose censure verso la letteratura, la musica, l’arte e la cultura russe, riportandoci alla memoria i tristi roghi di libri nella Germania nazista, azioni che in un Paese che si definisce “democratico” non vorremmo mai più vedere.

Siamo consapevoli di ritrovarci in una fase di escalation, la quale continua ad essere fomentata dall’invio di armi sempre più sofisticate (oltre che vietate dal diritto internazionale) e di soldi verso una delle parti in conflitto, con il concreto rischio che possano essere usate anche le armi nucleari con la fine della vita sul nostro Pianeta.

Temiamo che di questo passo esista il rischio concreto di inviare i nostri giovani al fronte o che il nostro Paese divenga un legittimo obiettivo militare: siamo schierati o cobelligeranti senza aver dichiarato alcuna guerra ed ospitiamo sul nostro territorio oltre 100 basi militari NATO e statunitensi, con decine di ordigni nucleari presenti in almeno 2 di queste basi.

La guerra provoca l’aumento dei costi delle materie prime e in particolare quelle energetiche, aumenti che si stanno rivelando devastanti per il nostro Paese, per i lavoratori e per i pensionati, dove già i salari reali nel 2022 sono diminuiti di circa il 3% rispetto al 1990 (unico Paese in Europa), mentre nel solo 2022 il potere di acquisto è crollato a fronte di un’inflazione a doppia cifra e ben 11 milioni di italiani non riescono a curarsi. Non ci saranno aumenti salariali che andranno a compensare la corsa dei prezzi, bisognerà arrangiarsi per sopravvivere e nel bilancio dello Stato mancherà il denaro per sanità, scuola e tutti quei servizi già oggi largamente insufficienti, mentre si troveranno le risorse per aumentare al 2% del PIL le spese militari, così come richiesto dall’Alleanza Atlantica.

Oggi è prioritaria la necessità di unirsi in un ampio fronte plurale che sia in grado di far avanzare un forte movimento per la Pace nella direzione di un mondo che sia caratterizzato da rapporti di non ingerenza, di reciproco rispetto e di mutuo beneficio fra Stati pacifici e in contrapposizione ad un mondo unipolare dove regnano la sopraffazione e la rapina.

Mai come in questo momento è giusto gridare:

L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
L’ONU PROMUOVA LA TRATTATIVA DI PACE
NON UN UOMO, NON UN SOLDO, NON UN'ARMA PER LA GUERRA
NO ALLA PROPAGANDA DI GUERRA
SÌ AD UNA CORRETTA INFORMAZIONE

Coordinamento per la Pace - Milano, novembre 2023

Per informazioni e adesioni scrivere a:

L’APPELLO È INTEGRATO DA SPECIFICI “ADDENDUM” SUI CONFLITTI IN UCRAINA E PALESTINA


AD ORA HANNO ADERITO (AGGIORNATO A MARZO 2024):
  • Comitato Contro La Guerra Milano
  • Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Milano
  • Costruttori di Pace
  • Associazione Schierarsi - Piazza di Milano Nord/Est
  • Comitato per la Liberazione di Julian Assange - Italia
  • Marx21
  • ArciLesbica
  • Ricostruire Pace
  • Respirando Poesia
  • Movimento per la Rinascita Comunista Milano
  • Comitato PACEsubito! Bergamo
  • Comitato Pace e non più guerra
  • Mondo senza Guerre e senza Violenza
  • Tavola della Pace Vallebrembana
  • CLN Resistenza
  • Partito Comunista - Federazione di Milano
  • Comitato Baiamonti Verde Comune
  • Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Brescia
  • Europa per la Pace
  • Su La Testa
  • Movimento 5 Stelle
  • Odissea
  • Comitato Monza contro la guerra
  • FRI Milán (Ecuatoriani con la Revolución Ciudadana)
  • Poesia contro Guerra
  • Laudato si’
  • Socialisti in movimento
  • Circolo Luigi Capitini
  • Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba - Milano
  • Resistenza Radicale
  • DiEM25 - MERA Italia
  • Collettivo Comunista "Giovanni Pesce" - Resistenza Popolare
  • PCI Monza e Brianza
  • Camminare Lentamente